Sanità Truffa delle fustelle false Arrestato Farmacista crotonese
Oltre che per Lucente, il procuratore di Crotone, aveva proposto la custodia cautelare in carcere per i medici di famiglia: Francesco Salvatore Marullo (57 anni), Ottorino Sapere (59 anni), Salvatore Di Giorgio (58 anni); Salvatore Manfreda (68 anni); Luigia Pirillo (55 anni); Gino Caiazza (54 anni); Francesco Ottavio Megna (58 anni), Giuseppe Corapi (67 anni), Camillo Ivan Lucente (55 anni); Pasquale Francesco Fiore (58 anni), Giuseppe Gentile (55 anni), Ines De Battisti (53 anni); Angelina Di Giorgio (56 anni); Piergiorgio Palermo (57 anni); Giuseppe Palucci (54 anni), Arturo Pezziniti (55 anni), Francesco Palermo (59 anni); Aurelio Scarpino (56 anni); Francesco Monaco (56 anni); Antonio Adamo (57 anni); Eugenio Arcuri (57 anni); Salvatore Frontera (54 anni); Giulio Grilletta (58 anni); Domenico Morabito (58 anni); Salvatore Nicoscia (51 anni); Gaetano Olivo (58 anni); Maria Paparo (51 anni); Francesco Polimento (55 anni); Maria Teresa Romeo (53 anni); Giuseppe Varrina (58 anni); Domenico Sculco (53 anni); Leonardo Viggiani (54 anni); Antonio Ruggiero (58 anni); Giovanni Capocasale (52 anni); Emilio Cardamone (57 anni); Walter Lorenzano (56 anni, residente a Cutro); Anna Rosa Martino (57 anni); Liberata Pagnotta (57 anni); Francesco Valentini (62 anni); Quintino Voce (61 anni, residente a Cutro); Silvana Ferraro (50 anni).
Le indagini, avviate nel marzo 2009 e coordinate dal procuratore di Crotone, Raffaele Mazzotta, hanno permesso di accertare numerose prescrizioni di farmaci, presumibilmente da parte di medici di base, a favore di assistiti ignari e/o defunti.
«Ciò soprattutto – prosegue la nota – al fine di poter evitare inutili e pericolose incrinature del fortissimo rapporto fiduciario che tradizionalmente lega i cittadini utenti con i propri medici di famiglia, che, oggi più che mai, richiede solide basi sgombre da ombre che ne turbino l’essenza generando nell’immaginario collettivo sentimenti di sospetto, di discredito e di distacco, a danno della più proficua, piena ed efficace azione medica ed alleanza terapeutica tra cittadinanza e categoria medica».
«Si auspica – prosegue la nota – che si evitino processi mediatici i cui effetti determinerebbero pericolosi deterioramenti dei citati valori, confidando nei più alti sensi di responsabilità e di professionalità necessari ad evitare deleterie tentazioni di sensazionalismi giornalistici, seppur nel pieno ed assoluto rispetto dell’autonomia professionale, a favore del più giusto e proporzionato diritto – dovere di informazione».
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